peiper

Semi-accordi.

Nuova variazione grafica all’Acero, che è poi la news del giorno.

Ci si aggiunge la conoscenza di uno degli uomini della mia vita: la prima sessione di chat si è svolta discutendo di Peiper, Lanzichenecchi e Vichinghi. E non ha 66 anni, ma la metà (e ne dimostra 25). Il tutto corredato da pdf in argomento mandati e foto sue in divisa da SS-Standartenführer, da Lanzichenecco e da Vichingo (fa rievocazione storica, tanto per cambiare; mi libererò mai da questa dannazione?).
Alla conoscenza in territorio pubblico ("Tu hai una divisa come quella? Tu hai anche MSN?") è nata una discussione con altre 3-4 persone su Facebook, di quelle da 40 replies, e la posizione del tizio non mi spiace:

Mi occupo di rievocazione da anni. Mi chiedo spesso come mai quando in manifestazione mi vesto da vichingo i ragazzini sono tutti entusiasti, mentre quando indosso divise come la precedente stanno a 10 metri di distanza (per colpa dei genitori). Non riesco mai a spiegargli come dovrebbero temere tanto dai primi come dai secondi.
Forse sui libri non gli hanno scritto che le loro bis bis bis nonne medioevali sono state stuprate, decapitate e impalate da un orifizio all’altro da qualche fusto nordico con ascia e baffoni. Ma documentarsi stanca. Ripeto, al di fuori dei macrogiudizi su periodi interi della storia, bisognerebbe soffermarsi sull’uomo a volte. Sul singolo. Peiper era un personaggio abbastanza controverso. Con tante sfaccettature. Citato anche in parecchi film del dopoguerra per questa sua caratteristica che ha ispirato molti personaggi negli sceneggiatori (vedi la notte dei generali o battle of the bulge).

E poi, mi ha consigliato di vedere Stalingrad.
Chiunque mi consigli di vedere Stalingrad acquisisce punti. È un film troppo di nicchia e troppo "mattone" per essere citato per sbaglio.
Aggiungiamo che è veramente carino per i miei standard, che lavora come art director e che lo fa a dieci minuti da casa mia. I contro sono che mi ricorda Ulisse (e questo non ho capito se sia esattamente un contro) e che ha barba e baffi. I "forse" stanno nella muscolatura ad altezza addominali, non ancora esaminata (ognuno ha le sue fissazioni, no?), e in sfaccettature del carattere annusate e non approfondite.
Comunque, sono dettagli.
Pare che Dio stia facendo di tutto per aiutarmi nella mia missione: Evitiamo la misantropia totale.
Fra poco mi piazzerà sotto casa l’Übermensch con lettera allegata:
"Se neanche questo/a ti fa smuovere il culo sparati."
Durante la discussione infinita sono stata tacciata di Übermenschismo. Ovviamente erroneamente. Sono loro (loro!) a mancare di ricerca di auto-miglioramento.
Comunque, chiameremo costui "Jack", perché è il nick che usa e perché mi ricorda il Jack Daniel’s che è cosa buona.

Semi-accordata anche con Hannes per un the. Voglia di rivedere il santone-fotografo, sì.

Semi-accordata anche con la gentaglia (termine affettuoso) del forum di Altieri, per un’altra pizzata con dopo-pizza a casa di Earl, alcolici ricercati e sigari cubani.

Oggi non ho studiato una sega, ma non importa. (Che bello dire: Non importa.) Faremo domani. Chattare con un Jack citante in tedesco nomi di cose che conosco in italiano e che ho subito riconosciuto mi ha fatto venire voglia di riprendere in mano gli esercizi per la tedesca lingua, che avevo pausato dopo essere stata abbattuta dal Konjunktiv II. Tra l’altro…

Accordata con deacissy per il fine settimana: verrà qui a farsi spiegare i numeri in tedesco mentre si fa fonetica e a introdurmi al francese (la cui fonetica mi terrorizza e affascina al contempo). Faremo pausa leggendo pezzi delle chattate per l’Acero e altre sconcezze. Amo leggere ad alta voce ciò che scrivo, è utile oltre che divertente. Qualsiasi cosa scritta deve saper essere detta a voce con fluidità, non sapevate? Il che svela in quale astruso modo io parli.
Il che mi ricorda….

«Docile Horatio… Ti confesserò questo segreto: è così che si diventa uomini.»
Milton sputa saliva sulla propria mano con l’accortezza che altri userebbero nel nettarsi le labbra, e con quella saliva rende più amichevole la propria virilità. Sa bene che l’approccio sarà invero doloroso, ma sa bene anche della schiena guizzante che ha davanti agli occhi, delle natiche costruite sul ponte di una nave che si serrano appena intimorite; del viso dell’ufficiale, così giovane ufficiale, accaldato e arrossato.

… un delirio di parole scritto forse due anni fa, grottesco e caricaturale della tendenza a scrivere scene di sesso come se si stessero scrivendo sonetti per la corte francese del ‘700. So ancora parlare così..? E nel caso la risposta sia "no", ciò è un bene o un male? Domande esistenziali, eh?

I buoni propositi per i prossimi giorni: onorare tutti gli appuntamenti semi-accordati e studiare. Scopare, magari. Ho voglia di scopare, nobile attività capace di svuotarmi la mente e rendermi contemplativa.
Come detto a qualcuno dopo una scopata, in tutto il mio romanticismo, ogni tot la mia testa mi prende per il culo vendendomi che ho voglia di vita sociale. La realtà dei fatti è che ho voglia di scopare, ma sarebbe anti-etico e poco convincente come motivo per farmi muovere il culo da qui, quindi mi prende in giro raccontandomi puttanate. Espletata l’esigenza, le voglie sociali guarda caso si spengono.
In realtà non sono sempre così pessimista sui miei entusiasmi sociali, ma al momento ho voglia di scopare.
(Sì, lo so che lo avete capito.)

In una chat-riunione tra admin dell’Acero, ho dovuto accettare il fatto che parlo da un pulpito. Il tono è quello, cioè:

Credo che un admin abbia doveri nei confronti degli utenti, troppo facile avere i pro dell’essere admin e non avere i contro.
Poi accade puntualmente che gli admin vengano tacciati di qualcosa. Questo è assolutamente inevitabile, qualsiasi cosa faremo.
Ma se ci sporchiamo la coscienza nel frattempo, arriveremo a quel giorno incrinate.

Sentite l’inno da parata in sottofondo?
È grave, me ne rendo conto. Sto prendendo troppo alla lettera il “agisci in piccolo come agiresti in grande”. Fottuto Kant.

Post-Militalia.

L’uomo che, da bambino, vide Peiper passare per Boves, e che serba il ricordo con un silenzioso sorriso enigmatico, mi consiglia un libro.
Le Benevole, si chiama.” mi dice. Spiega:
“Protagonista: un SS.”
Ovviamente.
“Ha un rapporto incestuoso con la sorella.”
Molto Musil, mh?
“È omosessuale.”
Ovviamente.
“È geniale.”
… E dannazione, se Wu Ming fa la recensione al libro, io ora come faccio a non leggerlo?
Tra l’altro, l’uomo dal sorriso enigmatico ha letto quasi tutti i Kirst. Devo chiedere a Mr Pumpkin la sua e-mail, dannazione.
Ringraziamo Earl citandolo ai posteri, con cui si è avuta lunga passeggiata alla ricerca di qualche Hassel e del prezzo medio di una croce di ferro, vera o fake che fosse, e dialogo sul perché le croci di ferro – che alla fine della guerra, Berlino assediata, davano ormai al posto del pane – perché il pane era finito, le croci di ferro no – siano onnipresenti e a esosi prezzi (esosi per essere militaria, il che li rende eccezionalmente esosi). Credo ci sia un ammontare di riproduzione di croci di ferro pari a tre volte gli effettivi dell’esercito tedesco di allora.

Grazie per la birra, la carne, le meringhe, i marron glacè, i sigari, Hassel, il tizio dello stand tedesco con cui ho avuto la mia prima conversazione in tedesco-solo-tedesco-con-solo-una-parola-in-inglese. (Una conversazione di ben un minuto, signori.)
Bruciate il tizio vestito da qualcosa (ora io vi sfido a riconoscere ogni volta il preciso grado) SS – che sarebbe stato ahimè perfetto, nobel all’interpretazione, alla mimica e alla madre – se non fosse stato alto quanto me. Se fosse stato più basso, perlomeno, avrei potuto metterlo sul comodino e gli avrei detto:
“Tu sei la mia sveglia.”
Quella che puntualmente non sento, per intenderci.

A proposito di Peiper, sto preparando il numero di novembre di Storia del Novecento e mi piacerebbe riprodurre l’immagine di copertina in compagnia del ritratto che mi ha regalato: spero che la cosa non la contrarii, altrimenti me lo faccia sapere.

Damn.
Il “ritratto” è un foglio A4 appoggiato sulla cartelletta, in treno, su cui una annoiata e tremante mano ha disegnato a matita questa immagine, con amatoriali risultati, buoni giusto per compiacere un Mr Pumpkin mai visto prima e conosciuto parlando di Peiper. Qualsiasi altro uso sarebbe stato da fandom ululante. Qualsiasi altro uso sarebbe. Qualsiasi altro uso è.
Well, gliel’ho regalato, ne faccia quel che vuole. Spero il mio nome, se vuole metterlo, sia scritto molto in piccolo sull’ultima pagina. Non so se sperare che il numero esca per Militalia o no. Immagino sia tutta intenzione della rivista avere il numero di novembre stampato per quella data.

“… È un dilemma bello e buono.”
“Quasi da romanzo pietista. Dimmi, Sorella in Cristo, come sono finita qui?”
“A causa di Mittner.”


Tabella di marcia (si vede che sono fuori esercizio, devo ripetermi le cose trenta volte):

Martedì 9 (cioè oggi): andare a pagare bollettino, recuperare busta per spedire Ognuno a MrPumpkin. Se lo gusterà. Vedo i suoi occhi sbrilluccicare mentre la testa annuisce davanti al nichilismo cameratista (definizione data non ricordo dove al filone “von Salomon” e affini) dei volontari protagonisti.

Mercoledì 10: alle 9:00 in Germanistica, Francesco ed esame. Se la sera vado alla pizzata (ho intimato a Earl che accetto il passaggio solo se stavolta si fa offrire la pizza), credo il pomeriggio trascorrerà a Francesco, caffè, cazzeggiare. Speriamo sia una bella giornata, Sempione ci starebbe.
(Devo anche scrivere ad Altieri, capire se è tornato in penisola.)

Giovedì 11: in Uni per consegnare bollettino, pranzo con Earl dio sa dove, pomeriggio Ashu.


Kokott mi ha risposto. Degniamoci di rispondergli in tedesco.

Tout sont égaux ici.

I hate Ikea.

… I’m going to buy:
Bed, 180×200, white.
Dressing table, 191, black – for my laptop, because I’m nerd, and I’m in my bed now.
Wardrobe, black and white. I hate this part of the project, because you can choose among too many things, wasting your time and creativity – exactly what I did.
Bookcase, black and white. My future large bookcase. Immense bookcase – but you can choose among too many options even here, and I wasted my time and creativity this way.
Desk, black, sort of shelf above it.

I designed prospects, plants, plans. Everything. Even the fact there are things I can’t calculate, so I calculated what I couldn’t calculate and wrote down what I hadn’t designed. I hate my mind, and Ikea.

Mr Pumpkin wrote me. That man is so kind I don’t know how to thank him – free translations (German>Italian) apart. He searched for the magazine (not Zeitschrift, nein – my mind replaces English words with German ones) I wanted to have (because there’s an article about Peiper&Ardennes), that’s out of print – but he made a copy and he’ll send it to me.
Moreover, he said that a friend of his gave him other magazines, 1950, ideological-military, I could be interested in. (Why? I’m curios. What does he think I’m interested in, apart from Peiper and every fucking thing that could be interesting?). In German.
A. asked me:
“Do you collect military stuff?”
“No, they give it to me.”
I’ve got Waffen-SS im Einsatz (Paul Hausser) in French – le tirage, constituant authentiquement la première édition, est limité à 1100 exemplaires – do I know French? No, but thanks to this book now I know that I understand it. Why have I this book? Because there’s a chapter about Peiper, Peiper’s writings, Mr Pumpkin had two copies and didn’t know why, so…
I thanked him, gave him my address for that magazine, said we’ll meet at Militalia for sure – the place where I’ll lose my virginity again, because it’ll be full of useless expensive (not teuer, nein) stuff and I can’t, absolutely I can’t, spend money to buy expensive useless stuff – but I can sell my virginity, if anyone will believe I’m still virgin. (I’m virgin, don’t you know? I’m virgin and we’re all equal before the law.)

D’autres reconnurent que les mots pseudo-démocratiques “tout sont égaux ici” n’étaient rien d’autre qu’un papotage idiot, une bouée de sauvetage remplie de plomb dans un caniveau.
Joachim Peiper, October 1952.
Colonel Everett was convinced that a fair trial had not been granted to the defendants: In addition to dramatic mock trials, “to extort confessions, U.S. prosecution teams ‘had kept the German defendants in dark, solitary confinement at near starvation rations up to six months; had applied various forms of torture, including the driving of burning matches under the prisoners’ fingernails; had administered beatings which resulted in broken jaws and arms and permanently injured testicles’.”

(mereia, I’m tired and this post is probably full of mistakes. Take a whip and punish me.)

Lack of.

Lying in the bed, Boves, after a day spent following that part of contemporary history that concerns Peiper in Boves, I saw General Tanz in my mind, and I said:
“Stay away. I don’t want to see you.”
Because I’m mad.

Focusing on Peiper’s life I ended up feeling like I was just too slow, too inactive, too useless. I faced Peiper but I can’t face myself. I’m not made to follow someone else, even though he’s dead. I’m the kind of person who watches movies in order to steal ideas, so that I’ll have the right answer for every situation. I’m asking myself, seriously, if there’s something – else apart from a bomb – that I really want. I say “bomb”, but it’s just a word, that represents a great performance that has no sense. I like great performances. Every time I happen to face someone I put a bomb between me and the rest, so that there will be fireworks. Maybe I’m just bored, bored to the bone. My favorite performance is the one that sets me as the one who lits the fuse – that’s what Tanz said when I was in that bed, staring at me and laughing with scorn. I can’t stand this. I can’t stand a mind like mine, that hangs itself. Flora said I’m devouring myself, and she was so right that I stared at the wall, widening my eyes, nothing to reply. What should I say? (What should I think?) I have no keys, no solution. I slowly swallow myself, but I’m too bitter and I’d throw my soul out. I’m the fly I’d like to squash. The mosquito that’s just sucked my blood before I could have recognized it.

Ways of.

Wie müde…
I should avoid writing in English when I’ve just stopped studying German. Anyway…
Thanks to eredhikr I’m listening to Ute Lemper.

And to her version of Lili Marleen, of course.

Vor der Kaserne
Vor dem großen Tor
Stand eine Laterne
Und steht sie noch davor…

I’m studying German prepositions. Not so enjoyable. Kapuściński says (said, r.i.p.) you may understand a culture only if you understand its language. Herder said a culture is its language. I partly agree, but above all I’m in a hurry: there are people who are still living but they’re so old they’re going to die, and before they’ll do, I want to ask them just some questions – and I have to speak German, if I want to understand what they’ll answer.
Erhard Gührs, for example, is quite interesting. He wrote the preface of the major book about Peiper. How old is he? He was younger than Peiper. Today Peiper would be… 93 years old. Mr Pumpkin has written a book about Peiper but he doesn’t speak German – that means he knew Gührs wasn’t dead some years ago, but he can’t do any research about him.
Mr Pumpkin has faith in me. I’m interested but I’m not him, and I’m not from Boves – that means I could have copy of these documentation. He can’t. The organization represents Partisans, he wrote (and thinks) Boves Partisans were just a bunch of dickheads, the organization doesn’t want him to have those documents.
Why an Italian trial, since Peiper isn’t Italian? Why an Italian Trial started in 1964, since Peiper hadn’t been in Italy since WWII? Because before the Malmedy Trial he hadn’t been sentenced neither to death nor to life sentence, I suppose. The Malmedy Trial commission had been judged wrong – castrated prisoners, perjuries, fake proofs and so on – and who hadn’t been already killed got out. (It’s not so simple, but let me summarize.)
I want that documentation.
It’s probably useless – I was in Boves when Peiper was there and he was very bad, yeah, because when he’s gone away Boves had lots of corpses – but I’m curious.

I promised to myself I wouldn’t have spent too much time studying WWII and I won’t, and in fact I’m not studying what happened, but the way what happened has been “translated” into historical information. If every war had been “translated” like WWII, history would be fake – and sometimes I think so.


(Ja, florachan, ich werde hier schreiben. :P)

I’m aware that I said I wasn’t going to write here…

At last I’m writing. Several writings.
There’s an Understurmführer and a Hauptscharführer (and I’ll end up writing “Unterscharführer” or “Hauptsturmführer”), 1944, somewhere in Germany, before the attempt on Hitler’s life, in collaboration with cauchemar_73. I asked her a Russian Jew who’s been converted into a pangermanist, but she didn’t understand my irony. We ended up writing a plot in which the Zar isn’t dead, my Understurmführer (Gestapo) is searching for him in order to replace Stalin and defeat Russia. There’s a camp and lot of soap. Different kind of irony.
In collaboration with Hyoga I’m going to write something about Vietnam, 196-. There is a tattooist, American, and a Vietcong. It’s not going to be a love story, but it will be enjoyable. Blood, powder and vaseline (tattoos, you know).
I also have written something more about Horton, who’s my favorite one: he doesn’t do anything but I always may write about his boring daily life pretending it’s interesting. As long as people believe he has something to convey, I’ll write of him.

There are Donato Torchia and Zacharie Richard Vidal de Noger, A.D. 1630, Venice and Paris.
Yeah, I started writing.
Yeah, I’ve gone back to the Thirty Years War again. I resumed the old files, opened them, and then cut and copied, cut and copied, cut and copied, giving that summary a sort of sense. Venice, France, England, the Empire, how-to-give-birth-to-puritan-America, and so on.
Vietnam War, WWII, Siege of Sarajevo, Thirty Years War… What else? I see cute young Vietcongs running along the Black Forest, Waldstein on the top of a hill giving orders against Serbian people while Peiper rides a Tiger in Magdeburg. (To ride a Panzer? I hope.) Venetian nobles who speak with Milosevic about the future of the House of Habsburg, general Wastemoreland argues with Richelieu (“Eat frogs, monsieur”), B52 over Berlin. I’m just a bit confused.

On Monday I’m walking in Boves, keeping Mr Zucconi company. We’ll stare at a hill, wondering how were that same hill about 70 years ago. I’ll leaf through books and sheets watching Peiper’s smile, Peiper who laughs, Peiper who asks information, Peiper who meets Hitler, Peiper at the swimming pool, Peiper on the East front, on the West front, Peiper during the trial, while Mr Pumpkin tells me that Peiper has been on the West front, on the East front, what he’s done, what he’s said, deserved, won, lost, wanted, searched, thought. And it won’t be boring.

I thought I had to study history as a continuum. I knew something about Varangians, something about the XIII century, something about Reformation and Counter-reformation. I said to myself those were just the notions I would have needed when I finally were to study contemporary history. I thought of them as pieces I should have laid into a wardrobe. I was wrong.
I thought of history as a matter of time. Something that slips along eras. But human actions seem to be always the same few ones, and history becomes a sheet, 2D. The difference I’m searching is not between today and yesterday, but amongst the several kinds of future every “today” may fancy.
I wonder how people feel history. How they feel time, as I can’t help struggling because of this lack of time.

(Among or amongst?
Some people make a distinction between these, using amongst with verbs that imply movement: we stood among the trees but: we walked amongst the trees; the money was shared out amongst the members.

Among —> Dativ
Amongst —> Akkusativ
More or less.
Thanks, German.)


Just a memo. Too many books but little memory.

Books I’ve read:
“Profession: Peacekeeper”
“Night of the Long Knives”
“History of the Vietnam War”
“No Logo”
“Stella del mattino” by Wu Ming 4

Books I’m reading:
“The Man without qualities” (it’ll never come to an end)
“German History” by Poidevin (uni)
“The Outlaws” by Ernst von Salomon

Books I’ve ordered:
“Hope and Glory” (uni)
“International Law” (uni)

Books I’d like to order:
“Discipline and Punish: The Birth of the Prison”
… And something about Peiper.

Baricentri.

Fetish libro su Peiper in Italia, con aggiunto processo a Dachau con tutte le angherie del caso, finito.
La conclusione è: quando i socialisti scrivono, scrivono “fascisti” per dire “nazisti”; quando i filonazisti scrivono, scrivono “comunisti” per dire “socialisti”. Non che io sappia cosa sia un socialista o un nazista, beninteso. Forse non esistono (di sicuro non i nazisti, non esistono più; e d’altro canto i nazisti sono nazionalsocialisti, ed ecco un paradosso).

Il Tale – ossia l’autore – ha il difetto di metterci troppo cuore, colorendo un saggio con commenti tra le righe degni di un pubescente o di un pensionato politicamente disilluso. Chiariamoci, mi diverte vederlo insultare in ogni modo possibile gli italiani raffrontandoli ai tedeschi, ma ciò vanifica il suo lavoro.
Tra un insulto e l’altro, però, mi ha dato informazioni. E traduzioni. E altri dati.

Peiper è un perfetto esempio di figlio esemplare del Vaterland. Lo si vuole corretto col nemico ma implacabile; umano ma con il cuore in mano alla patria; coerente, di quel genere di coerenza che confonde. Argomento succulento per nostalgici sopravvissuti e per inferociti oppositori: ha le caratteristiche giuste per entrambi. In Italia dà la caccia a ebrei rifugiati e ha un ebreo che testimonia a suo favore al processo. Sconfigge gli americani in Belgio e il maggiore statunitense sconfitto, al processo, finisce col farsi dare del filonazista traditore perché dice di essere stato, come prigioniero, trattato con i guanti. Etc etc…
Il processo a Dachau a Peiper (e altri) è stato riconosciuto dagli stessi giudici (USA + Germania) non valido, perché le testimonianze sono state fatte da uomini maltrattati. Percosse e contusioni varie, amputazioni d’arti (senza stampelle sì che non potessero suicidarsi), castrazioni a calci, angherie varie. Questo non annulla le angherie tedesche, né le angherie tedesche annullano questo. Cerco di stare in mezzo. (Sempre detto: chi sta in mezzo se la gode di più.) Una fetta di storia fatta di propaganda narrata da saggi che fanno propaganda (di due tipi: filoebraica, filonazista; no, in mezzo non ci puoi stare).

Ora ci sarebbe quel tomo totale di 800 pagine con 500 foto, formato gigante, copertina rigida, pezzo da collezione equivalente a un fazzoletto usato SS (nel senso che costa uguale)… La tentazione è forte.
Mi fa riflettere il fatto che i due libri chiave dei due personaggi storici che al momento ho al centro del focus costino uno sproposito.
Mi fa impressione incappare in libri che costano lo sproposito di cui sopra non per le immagini a colori, non per la grafica d’autore, non perché rappresentative di un evento pubblicizzante, non perché di moda, ma perché…
… Perché?


Scambio di mail.
Oggetto: Da Milano a Londra, passando per Sarajevo.
Estratti:

A: “Sto evitando in tutti i modi di entrare in contatto con italiani a Londra (per ovvi motivi), ma un contatto di Maletta è caso a parte.”

B: “Anch’io cerco d evitare gli italiani a Londra, ma non certo un contatto della Rosalba Maletta. […] Non a caso in questi ultimi giorni il pensiero di Lei mi tornava di continuo alla mente.”

A: “Ho evitato, nello scriverti, di usare le maiuscole scrivendo «Sua», «Lei», benché mi venga naturale anche se ne parlo come terza persona – pare che non venga solo a me.”

Quanto fottutamente è importante che Maletta guarisca. Dove la trovo un’altra idealista che crede di cuore ma riesce a non essere fanatica, eh? Non ci riesco neanche io. (Neanche Tanz. O Peiper. Tantomeno Jan di Leida. Giordano Bruno, ma, appunto, è morto.)

Sigari a Boves.

Sputatemi addosso. 😀

“La avviso, sono qui per provare. Non ho studiato quanto avrei dovuto/voluto.”

… 30.
Sputatemi addosso. 😀

(Come ho detto a Soresina, tanto io continuerò a studiare.)


Ieri sera, dicendomi “tanto Storia Contemporanea lo rifaccio a settembre, inutile ripassare follemente ora”, mi sono concessa: “Ok, sei in pausa.”
E ho iniziato In viaggio con Erodoto, Ryszard Kapuściński, regalato da Jog a Natale. Ai tempi mi ero detta: “Lo leggerò quando avrò tempo”. Quando avrò tempo: 17 giugno.


Nello zaino: laptop, raccoglitore ad anelli, due libri.
9:30: appuntamento con auswaschbar, che mi consegna la merce (Q in traduzione tedesca per Kokott). Brioche, americano, succo di frutta. Appello, esame. 10:30: finito.
Da agenda: trovarsi con Earl alle 13:00.
Quindi: sgattaiolare in Hoepli e prendere a occhi chiusi il saggio italiano su Peiper. Il feticismo nazi regna sovrano, e richiede €24. E sia, è Peiper. Quelli inglesi verranno presi usati online.
13:00: Earl. Che solleva il sellino della moto e mi dà in mano una scatola 30cm x 15cm. Lo guardo. Mi guarda alzando le spalle, poi la apre, dicendo:
“Così si mantiene l’umidità giusta.”
Nella scatola: Habana, Cohiba, Cuaba, e via discorrendo. Non credo di poter descrivere l’espressione che ho avuto. Credo sia un’espressione da forziere appena aperto, o qualcosa del genere. Una commozione quasi morale.
Earl mi ha anche fatto scoprire un signor ristorante cinese in centro Milano.
Gli devo un racconto. Concernente sigari.
E inviterò lui e sua moglie e chi gli pare qui, per un tranquillo week-end (prima o poi).


Il saggio su Peiper è una ricerca condotta da un tale sulle vicende di Boves.
Wiki dice:
In testa a quelli che avrebbero martoriato il Piemonte occidentale c’era la divisione comandata da Joachim Peiper, uno che dal 1939 era stato nello staff di Himmler e aveva partecipato alla creazione del sistema concentrazionario dei Lager.
Wikipedia dà prova di grande professionalità e lucido giudizio (uno che), il tale ne dà altrettanta prendendo le posizioni dei tedeschi. La verità sta in mezzo? Non lo so. So che il tale ha fatto interviste sul posto, e ci sono sopravvissuti. Siano tutti all’ospizio, un anno fa c’erano. E io ho una scatola di sigari. E se c’è modo, io e un sigaro saremo a Boves. 5 ore di treno. Boves avrà un fottuto albergo, avendo 10.000 abitanti? Ja: Albergo Trieste, vicino a piazza dei Caduti. Dopo un tratto con dio sa quale mezzo da Cuneo a Boves.
Che i reduci sopravvivano finché avrò tempo. Grazie al Tale, ho alcuni dei loro nomi. Anche il nome della vedova di un altro tale, che con Peiper ebbe colloquio, ma che porca troia è morta.

Perché, vedete, per wikiwiki Peiper è autore di una lunga e crudele occupazione militare, per Tale sono i partigiani a essere incapaci colpevoli e Peiper è ritratto di correttezza e onore. Potrei aspettare fino alla morte una fonte non di parte a riguardo, e allora tanto vale ritrovare le singoli parti sopravvissute.

(Sto cercando di mettermi in contatto con qualcuno che ebbe contatto con la rappresentazione della mia coscienza. O_o)

Storia e storie.

La cucina profuma.
Il bagno profuma.
… Come una casa normale.
Horton non sa più dove rifugiarsi. Per il suo benessere, mi sono accesa un sigaro in camera. Sia mai.

Ho conati di vomito ogni volta che incappo in un capitolo di storia italiana.
Sotto Giolitti, è scritto: no.
Sotto Cavour: neanche.
Mazzini: dimentica.

All’esame dirò:
“In accordo con il modulo sui nazionalismi, dichiaro un nazionalismo di tipo sentimentale. La mia patria mi ha ferito, non voglio parlarne.”

Stampata foto di Peiper giovane e sorridente e meno giovane in foto da pseudo-segnaletica, per il processo.
Stampate informazioni basilari sullo stesso. Stampato dialogo. Il video è sul PC, il PC verrà con me all’esame, e io alla fine dirò:
“Mi regala la bibliografia di Peiper?”
Dai 68 ai 100 euro.
È che assomiglia a Tanz.
È che nel mezzo della sua carriera nelle SS, in una foto, ha il sorriso di chi darebbe la vita con felicità per ciò in cui crede. Un sorriso che causa invidia. Un nome che va ad aggiungersi alla lista, di fianco a Jan di Leida.

“Imagine yourself acclaimed, a decorated national hero, an idol to millions of desperate people, then within six months, condemned to death by hanging.”

Storie simili. Regni celesti in terra che non durano cinque anni, e poi una gabbia per uccelli. La domanda è: se ne erano accorti? C’è un sentore prima del crollo della torre?
In Purificare e distruggere una tesi giustifica l’acuirsi dei massacri d’ebrei sul finire della guerra in questo modo:
“Hitler sapeva che tutto sarebbe finito. Voleva portarne quanti più possibile con sé.”
Che strane, strane vicende.
(Vedo gente agire così, in piccolo, tutti i giorni.)


Sorenin. Simpatico nomignolo inventato da una compagna per Soresina, che assomiglia a Lenin.
Sorenin. Devo ricordarmi di non ridergli in faccia.


Non so dire esattamente cosa voglio, no, ma so dire con certezza che voglio esserci in mezzo.